lunedì 30 giugno 2014

SCRITTURA MICENEA 4

GLI  SCRIBI  MICENEI: alti funzionari?

articolo di
Maurizio Feo

Già dal 1953 Bennett cercò di identificare quanti fossero gli scribi micenei (The Micenean Tablets).
I criteri per distinguerli sono vari.

1) Criterio meccanico- formativo del simbolo.
Riguarda le modalità meccaniche dell'impressione del segno.
In particolare:
il senso, 
l'ordine, 
il numero dei tratti
per ciascun simbolo.

2) Criterio del formato e della rigatura della tavoletta.

3) e 4)  Criterio dell'Argomento trattato e del Luogo di ritrovamento.

5) Criterio delle caratteristiche fisiche dell'argilla.
Colore, aspetto, grana, inclusioni, consistenza, superficie.

Unendo tutti questi criteri J. P. Olivier identificò a Cnosso:

- un paio di 'laboratori non specializzati' di scribi ('Room of chariot tablets' e 'Area of bull relief') con 10 scribi e 40 scribi rispettivamente.
- e poi altri 6 dipartimenti di 'laboratori specializzati':
      - uno per l'industria tessile (10 scribi)
     - uno per gli aspetti economici della vita cultuale (8-10 scribi)
     - per l'amministrazione del bestiame ovino (5 scribi)
     - per l'amministrazione del personale (3 scribi)
     - per la registrazione di parti di carro, ruote etc
     - per le armi (almeno 4 scribi)
Il totale di scribi di Cnosso sembra così essere compreso tra un minimo di  75 e un massimo di 100.

In conclusione, a Cnosso non sembrano esistere (se non sul posto, all'atto pratico) vere e proprie 'scuole di scribi' come in Mesopotamia. Gli scribi di Cnosso non si firmano mai e non parlano di sé: di conseguenza, per noi, non hanno un nome, a differenza dei loro predecessori mesopotamici. Alcuni sono estremamente prolifici (400 tavolette) altri ne scrivono solo poche.

L'opinione di J. Chadwick e di E.L. Bennett è che non si tratti di scribi in senso stretto, ma piuttosto di funzionari di rango elevato, forse letterati, responsabili in diverso grado dell'Amministrazione dell'economia del Palazzo e da questa responsabilità indotti a scrivere i loro appunti sulle tavolette.










domenica 29 giugno 2014

Falso?

Uno 'stencil', rappresentante una mano aborigena australiana antica, si è rivelato essere solamente vecchio circa 4 anni. Lo scopritore che lo individuò lo scorso aprile è un prospector, Chris Jonkers, che si cura della qualità delle acque e del suolo e delle piante, non un esperto di arte aborigena o di archeologia.
Lo stencil si trova in una zona nella quale vorrebbe estendersi (non senza controversie) una società di ricerca ed estrazione del carbone. Per tale motivo l'area era già stata supervisionata dagli archeologi nel 2010: lo stencil, semplicemente, non c'era.
In più, esso non possiede affatto le qualità che dovrebbero essere presenti in una genuina opera aborigena antica: i ricercatori - per non dare troppe istruzioni ai falsari - ne hanno citata una sola, ad esempio. Lo stencil è stato fatto con uno strato troppo spesso di vernice ed è troppo visibile.
Chris Jonkers ha dichiarato: "Non pensavo vhe qualcuno potesse volere falsificare una cosa così!".
Venga in Sardegna, signor Jonkers!



Aboriginal cave art 'only few years old' 


 A piece of cave art resembling an ancient Aboriginal hand stencil, found near a controversial Australian coalmine project, has turned out to be less than four years old, it's been reported. 

Aboriginal hand stencil [Credit: The Australian] 


The drawing was found by environmentalist Chris Jonkers in a cave in the Ben Bullen forest west of Sydney in April. 

Mr Jonkers is non-committal on the possible origins of the painting. "We're not experts on Aboriginal heritage," he told The Australian newspaper. 
"We're sort of plant people, interested in water quality and environment, but the Aboriginal heritage stuff is not our forte." 
The Australian coal-mining company Coalpac is trying to expand the operations of the Invincible Colliery and Cullen Valley Mine in the area, a project opposed by some environmentalists and Aboriginal groups. 
The Lithgow Environment Group, which has Mr Jonkers as its vice-president, says it has serious concerns that the proposed highwall mining practices would destabilise the cliffs and lead to a "permanent loss of irreplaceable cave art" and yet-to-be-discovered archaeological sites. 
The report assessing the stencil as a modern replica was written by the engineering consultancy firm Aecom Australia for Coalpac. 
It says the "questionable" hand stencil has none of the hallmarks of genuine traditional stencils, and that its colour pigment has been applied too thickly and is easy to see.

The "now obvious" rock stencil was not there when the site was previously inspected by archaeologists in December 2010, the paper reports. But Mr Jonkers says he did not think the stencil would be so young. 
"I didn't think anyone would do such a thing," he says. "I must admit I didn't look all that carefully." 

Source: BBC News Website [June 24, 2014]

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SCRITTURA MICENEA 3




Tavoletta 657 da Pilo (Messenia) - XIII sec a.C.  - Museo Archeologico Nazionale di Atene.






articolo di
Maurizio Feo


Tavoletta KN 230, da Cnosso: 'stanza dei carri' - fine XV sec a.C.



Non si deve sottovalutare il grande valore degli studi di Ventris, come anche di tutti gli altri studiosi che si occuparono di risolvere il problema epigrafico del Lineare B.
Dopo avere letto quanto segue, credo sarà obbligatorio convincersi di alcune verità fondamentali dell'epigrafia, ed in particolare che:

1) non si possa improvvisare
2) presupponga vaste e profonde conoscenze ancillari
3) sia un lavoro di equipe, che richiede conferme incrociate
4) sia una pratica lunga e laboriosa che procede per 'tentativo ed errore', per anni: da qui si evince la fondamentale necessità di riconoscere l'errore.
5) non fornisca quasi mai immediate e facili soluzioni.

Forse l'unica eccezione a queste inevitabili regole fu Champollion, anche se qualcuno - oggi -  dichiara immodestamente il possesso delle medesime qualità.

Anfora a staffe TH Z 852 - Dal 'Kadmeion di Tebe. XIII sec a. C.

Cenni storici.

Cica 200 anni fa, Champollion (che doveva essere un genio!) intraprendeva all'età di 11 anni gli studi che lo avrebbero infine condotto alla traduzione della scrittura geroglifica egizia: fu la prima vera e classica decifrazione. (*)

Nel 1802, le più antiche lingue note erano il Greco, il Latino e l'Ebraico. Non era possibile leggere, né comprendere, documenti che fossero stati scritti in epoca anteriore al 600 a.C.
Tutto ciò che si poteva conoscere delle più antiche Civiltà del Medio Oriente era ricavato dalle parti apparentemente più 'storiche' del Vecchio Testamento e da frammentarie notizie di autori latini e greci.

Champollion permise di cambiare radicalmente il quadro: nel corso del XIX secolo, fu possibile leggere ed interpretare un numero sempre maggiore di scritture antiche e comprenderne la lingua. Così avvenne per l'antico persiano, l'elamico, l'assiro, il sumerico ed il mitannico (la cui esistenza, prima, non era neppure stata sospettata!). Infine fu il turno dell'Ittita.

Il risultato fu imponente: la frontiera tra Storia e Preistoria medio orientale fu riportata indietro di circa 2.000 anni;  lo studio sistematico delle lingue, l'inquadramento nello schema Indoeuropeo-Non Indoeurpeo, la conoscenza dei vari dialetti antichi e moderni ne ricevettero un impulso determinante; l'antropologia acquisì una vasta messe d'informazioni prima molto incerte, se non del tutto ignote...

Non fu così per l'Europa: come già detto (SM1), Schliemann non trovò tracce di scrittura a Micene e l'opinione corrente era che i Greci avessero ricevuto l'alfabeto dai fenici solo 400 anni circa dopo la caduta di Troia.

Tavoletta MY Oe 106 - Dalla 'Casa del Mercante di Olio'- Micene XIII sec a. C.

Il tipo di studio.

Evans ebbe per primo l'idea brillante di cercare un significato ai segni pittografici incisi sui sigilli. Trascorse il resto della vita a catalogare, conservare e descrivere l'enorme quantità di materiale che riuscì a raccogliere a Cnosso. Nel 1941 - quando morì -  non aveva ancora pubblicato alcunché. Lasciava una grande quantità di appunti incompiuti e l'enorme massa di reperti accatastati in disordine nel Museo di Heraklion a Creta: questi - fortunatamente - sopravvissero alla guerra.
John Myres si fece carico della pubblicazione del volume postumo Scripta Minoa, nel quale però non azzarda la traduzione.
La pubblicazione - da parte dell'Università di Yale - delle tavolette di Pilo conferisce un nuovo impulso alla ricerca. Si ammette che queste siano posteriori cronologicamente a quelle di Cnosso di circa 200 anni (la datazione, all'epoca, è: per Cnosso 1400 a.C. e per Pilo 1200 a.C.).

Taoletta MY Oi - Dalla 'Casa della Cittadella' - Mycene, XIII sec a. C.

Metodo statistico - combinatorio. 

Fu quello utilizzato da M. Ventris nel 1952 (aveva già iniziato ad occuparsene negli anni '30), che si basò sul primo elenco affidabile di segni pubblicato da Bennet nel 1951 e sulle osservazioni preziose di Alice Kober sulle alternanze dei sillabogrammi e sulle 'desinenze' delle parole.

Non ci si può servire di una lapide bilingue.
Il lavoro è simile a quello di completare un cruciverba privo di caselle di limitazione. Meglio ancora: è come un 'sudoku' di alta difficoltà.
Si studiano i simboli ideografici, per trovare le prime corrispondenze.
A tale scopo è utile conoscere (attraverso l'archeologia) i dettagli fondamentali della vita Minoica: si vedrà poi quanto siano determinanti i dati contabili ed economici. Ci si serve anche delle analogie con quanto è noto dalle registrazioni di altre nazioni: Egitto, Siria, Mesopotamia.

Si procede quindi ad un'analisi statistica dettagliata delle modalità d'uso di ogni segno fonetico, allo scopo di identificarne il reale significato: cioè quale sia il suono che esso rappresenta.
Questo è un lavoro lento, metodico, paziente. Si tratta di individuare quale segno (o gruppo di segni) compare con una discreta frequenza all'inizio di parola, quale alla fine, quale sia più frequente in assoluto, quali siano le alternanze tra loro, etc...
Incominciò a posizionare nella sua 'griglia' (vocali in ascisse e consonanti in ordinate) i sillabogrammi simili, senza ancora conoscerne effettivamente il suono, ma solamente sospettando che ne avessero uno...
Il loro molto elevato numero lo aveva condotto a questa ipotesi: più di 80 segni - circa il triplo degli ordinari alfabeti - permetteva di pensare che si trattasse di sillabe. I gruppi finali di segni lasciavano pensare che si trattasse di una lingua flessiva, che avesse desinenze come ad esempio il Latino. Alcuni segni erano molto più frequenti di altri, il che indirizzava verso una lingua in particolare...

Per fare un esempio relativo ad una lingua moderna: si sa che in Inglese la lettera 'e' è quella che compare più frequentemente (12, 31%) più ancora che nell'Italiano (11,79%).
Le vocali in Italiano sono molto più frequenti (rispettivamente: 'a' 11.74, 'e' 11,79, 'i' 11,28, 'o' 9,83, per un totale complessivo di  46,4%) che nelle altre lingue (Inglese, Francese e Latino), facendone una lingua 'musicale'. Pertanto, studiando certe ricorrenze in un 'codice segreto', è relativamente facile risalire alla lingua nel quale è stato redatto, o - almeno - alle lingue che ad essa più s'avvicinano...


B166 simbolo
more will follow

(* Da Wiki): All'età di soli cinque anni riuscì ad associare la scrittura stampata alle parole apprese grazie a una memoria fuori dal comune, imparando così a leggere da solo. Studiò prima a Figeac e poi a Grenoble il latino, il greco e l'ebraico; apprese anche l'arabo e l'aramaico grazie all'aiuto del fratello maggiore, Jean Jacques Champollion che gli procurava i testi.

A diciassette anni legge la prefazione del suo L'Egitto sotto i faraoni dinanzi all'Accademia di Grenoble, sostenendo che il copto deriva dall'antica lingua egiziana, con il risultato di essere eletto all'unanimità membro dell'Accademia stessa. Continuò i suoi studi fino ad avere una completa conoscenza del copto, tale da permettergli di comporre in questa lingua.
Successivamente si trasferì a Parigi per frequentare dei corsi presso la Scuola speciale delle lingue orientali.  All'età di venti anni era perfettamente padrone di molte altre lingue tra cui l'avestico, il sanscrito, il ge'ez, il persiano ed il cinese oltre a qualche dialetto antico. 
Il 10 luglio del 1809 fu nominato professore di storia a Grenoble e nel 1810 uscirono le sue prime pubblicazioni: sosteneva l'origine comune delle scritture geroglificaieratica edemotica, spiegando inoltre che i geroglifici presentavano non solo un carattere simbolico ma anche fonetico

sabato 28 giugno 2014

SCRITTURA MICENEA 2

Il Lineare B si compone di alcuni segni sillabici fondamentali, per risalire ai quali Ventris e Chadwick fecero ricorso alla costruzione di una griglia: in colonna verticale (ordinate) misero le consonanti riconosciute e in linee orizzontali (ascisse) sistemarono le vocali, ottenendo qualche cosa di simile a quel che segue: per ogni consonante, nel sistema, segue una vocale (C/V)



-a           -e           -i              -o          -u


 Linear B Syllable B008 A.svg a Linear B Syllable B038 E.svg e Linear B Syllable B028 I.svg i Linear B Syllable B061 O.svg o Linear B Syllable B010 U.svg u


d-  Linear B Syllable B001 DA.svg da Linear B Syllable B045 DE.svg de Linear B Syllable B007 DI.svg di Linear B Syllable B014 DO.svg do Linear B Syllable B051 DU.svg du
j-           Linear B Syllable B057 JA.svg ja     Linear B Syllable B046 JE.svg je    Linear B Syllable B036 JO.svg jo
k-  Linear B Syllable B077 KA.svg ka Linear B Syllable B044 KE.svg keLinear B Syllable B067 KI.svg ki Linear B Syllable B070 KO.svg ko Linear B Syllable B081 KU.svg ku
*81
m-  Linear B Syllable B080 MA.svg ma Linear B Syllable B013 ME.svg meLinear B Syllable B073 MI.svg mi Linear B Syllable B015 MO.svg moLinear B Syllable B023 MU.svg mu
n- Linear B Syllable B006 NA.svg na Linear B Syllable B024 NE.svg ne Linear B Syllable B030 NI.svg ni Linear B Syllable B052 NO.svg no Linear B Syllable B055 NU.svg nu
p-  Linear B Syllable B003 PA.svg paLinear B Syllable B072 PE.svg pe Linear B Syllable B039 PI.svg pi Linear B Syllable B011 PO.svg po Linear B Syllable B050 PU.svg pu

q-    Linear B Syllable B016 QA.svg qaLinear B Syllable B078 QE.svg qe Linear B Syllable B021 QI.svg qi   Linear B Syllable B032 QO.svg qo

r- Linear B Syllable B060 RA.svg raLinear B Syllable B028 RE.svg re Linear B Syllable B053 RI.svg ri Linear B Syllable B002 RO.svg ro Linear B Syllable B026 RU.svg ru
s-  Linear B Syllable B031 SA.svg saLinear B Syllable B009 SE.svg se Linear B Syllable B041 SI.svg si Linear B Syllable B012 SO.svg so Linear B Syllable B058 SU.svg su
t-  Linear B Syllable B059 TA.svg taLinear B Syllable B004 TE.svg te Linear B Syllable B037 TI.svg ti Linear B Syllable B005 TO.svg to Linear B Syllable B069 TU.svg tu
w-      Linear B Syllable B054 WA.svg wa Linear B Syllable B075 WE.svg we Linear B Syllable B040 WI.svg wi Linear B Syllable B042 WO.svg wo 
z-                 Linear B Syllable B017 ZA.svg za      Linear B Syllable B074 ZE.svg ze      Linear B Syllable B020 ZO.svg zo


In aggiunta ai segni fondamentali, identificarono alcuni altri segni che chiariscono la grafia della parola e consistono in veri e propri dittonghi:


Questo sistema scrittorio era stato più probabilmente ideato, originariamente, per una lingua non greca, dal momento che non si adatta troppo bene alla fonetica greca.  Si presume che il Lineare A fosse stato utilizzato per una lingua cretese pre greca e che i greci abbiano adattato il sistema scrittorio alla propria lingua, ma senza modificarne alla base i meccanismi.

Infatti, molti suoni del greco mancano nel Lineare B (g, kh, gw, b,ph,th e l). Per risolvere questo problema, si ricorre all'uso di alcuni segni in comune per suoni simili : p per p, b e ph; k per g e kh; t per t e th; q per qw e kw; r per r ed l. 

Questo fatto - evidentemente quotidiano e convenzionale tra gli scribi micenei - ha richiesto invece un bel po' di pazienti studi teorici, statistici e comparativi da parte dei decifratori della lingua, che hanno fatto ricorso a varie forme di greco, incluse alcune forme dialettali moderne, per ricostruire le antiche parole micenee.

Ecco un esempio di come un solo segno può essere usato per suoni differenti:




Un'inadeguatezza ulteriore del Lineare B consiste nel fatto che esso rappresenta solamente sillabe composte da Consonante/Vocale, mentre la lingua greca prevede anche la presenza di gruppi consonantici iniziali, di consonanti finali e di dittonghi. Questo ostacolo è superato ad esempio trascrivendo come "ti-ri" il gruppo "tri"ed eliminando la consonante finale delle parole che la possiedono, come nella tabella che segue:



I dittonghi si comportano in modo simile: qualche volta sono scritti, altre volte omessi:


Il dittongo terminante in 'i' è in genere omesso, anche se in casi particolari ciascuna vocale è scritta separatamente:


Oltre ai segni fonetici, il Lineare B comprende anche numerosi logogrammi, che rappresentano persone, animali e piante oppure oggetti. Alcuni sono di facile interpretazione (pittogrammi), mentre altri sono più simbolici.


Alcuni sillabogrammi hanno anche una funzione di logogrammi: è però curioso il fatto che foneticamente essi non corrispondano a ciò che rappresentano, come negli esempi riportati, (che sono, nell'ordine: fico, lino, zafferano, pecora,bue):



Si pensa che questa contraddizione sia dovuta al fatto che i segni - nel precedente Lineare A - corrispondessero all'iniziale di ciascun nome nella lingua pre-greca cretese.

Inoltre, per una stessa specie animale, esistono notazioni lievemente differenti ad indicare la specie in genere, il maschio (due trattini orizzontali aggiuntivi) e la femmina (una barretta verticale aggiuntiva). Di seguito compaiono 'maiale',' verro' e 'scrofa': 'pecora', 'montone' e 'pecora femmina'; 'bue', 'toro' e 'vacca':



I numerali, nel Lineare B sono costruiti su base decimale: 



Per scrivere un numero  si comincia dal più alto multiplo di dieci e si scende verso i valori più bassi. Per scrivere 1357 si partirà quindi da 1000 + 300 + 50 + 7, come sotto:


Una tavoletta di creta rinvenuta da Evans